Torniamo dunque alla casera di lemma Alta (m. 1986) e, invece di scendere verso il fondovalle, seguiamo il sentiero che, aggirando un ampio dosso, ci porta all'alpe gemella che chiude ad occidente l'alta val di Lemma. I Turchi, quindi, c’erano davvero. Una lunga e bellissima traversata, effettuabile in una singola giornata da grandi camminatori, in due da camminatori medi, con appoggio estivo al rifugio Casera di Dordona, è quella che disegna un anello fra versante orientale della Val Lunga (Val di Tartano) e versante occidentale della Val Madre, con punto di partenza ed arrivo in località Pila, sulla pista di Val Lunga. Riprendiamo la camminata verso nord, quasi in piano e, traversata una nuova valletta, giungiamo all’epicentro di questo collage di contrade, annunciato dal campanile della chiesa di S. Antonio, l’antica Sparavera (oggi più frequentemente denominata S. Antonio, m. 1443). Siamo in cammino da 7 ore ed La speranza è che si proceda alla sua pulitura, perché la val Dordonella è fra gli angoli più belli ed escursionisticamente più interessanti della Val Tartano. Sono disposti ad anello, su livelli diversi, a circa duecento metri di distanza l'uno dall'altro, sulle pendici meridionali del Monte Valegino (m. 2415) e occidentali della Cima Cadelle (m. 2483). (Massimo Dei Cas, www.paesidivaltellina.it), Copyright © 2003 - 2021 Massimo Dei Cas Designed by David Kohout, Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti), GIORNATA UNICA: La Pila-Arale -Val Dordonella-Passo di Dordonella-Baita Vallocci Alta-Valle della Matta-Val Boninvento-Valle e bocchetta di Cogola-Casera del Gerlo-La Pila, PRIMA GIORNATA: La Pila-Arale -Val Dordonella-Passo di Dordonella-Baita Vallocci Alta-Rifugio Casera di Dordona, SECONDA GIORNATA: Rifugio Casera di Dordona-Baita Vallocci Alta-Valle della Matta-Val Boninvento-Valle e bocchetta di Cogola-Casera del Gerlo-La Pila, SINTESI. Questa chiesetta è, poi, una delle più pittoresche del versante orobico, posta com’è su un poggio panoramico che domina l’intera Val Lunga. Lasciamo, dunque il sentiero per la casera di Porcile ed imbocchiamo questo sentierino, che ci porterà in val Dordonella. Parcheggiamo qui l’automobile, ad una quota approssimativa di 1280 metri. Imbocchiamo così la Pedemontana orobica ma la lasciamo quasi subito prendendo a destra e salendo lungo la provinciale della Val Tartano, che dopo 12 tornanti ci porta a Campo Tartano. All’interno, in un soppalco ricavato nelle capriate del tetto alloggiavano due pastori.” Questa struttura consiste essenzialmente nei quattro muri perimetrali e in una apertura a valle per l’accesso. Anello di Granito Cartografia Report News Contatti Menu Val Tartano Per ingrandire le immagini cliccate con il mouse (o premete Maiuscolo sulla tastiera). Ci attende il primo di tre strappi piuttosto severi, al termine del quale un tratto quasi pianeggiante supera un modesto corso d'acqua. Dal dalla val Brembana e, dopo averlo percorso in direzione ovest, scendiamo Dobbiamo prestare attenzione ad una deviazione che prende a sinistra ed attraversa una nuova fascia di ontani, uscendone in vista della testata della valle. di circa 1200 metri. di vertigine. Pieghiamo quindi leggermente a destra e scendiamo alla baita di quota 1772, proseguendo verso nord-est, in direzione del margine superiore del bosco. Vi passò anche San Luigi Guanella, il quale scrisse, il 29 settembre 1885: “A sublime altezza, in Vallunga, è con ossario, la Chiesa di S. Antonio che fu il primo tempio parrocchiale un dì di Tartano perché è tradizione che i Bergamaschi venissero i primi a scavar, fra questi monti, il ferro ed a fissarvi poi residenza benevola”. all'alpe di Sona di Sopra, ma quello che scende leggermente verso destra, Procediamo sulla pista verso nord, portandoci alla località Cesura, il cui nome segnala che qui termina la media valle ed inizia l’alta. Dal passo si apre l’ampio scenario dell’alta Valmadre, con il passo di Dordona (m. 2061), cui giunge una sterrata che prosegue scendendo a Foppolo. ANELLO VAL TARTANO e VAL FABIOLO (SO) – spring percorso 3D: https://bit.ly/2M4SEMY – foto: https://bit.ly/2YTx8wr – Escursione che si percorre 2 vallate: Val Tartano e Val Fabìolo. Dal lago di Sopra di può Dalla cima dominiamo Oltre l’omonimo bivacco, all’altezza di un capanno seguiamo il segnavia 163 per il Püstarèsc e per il pizzo della Pruna, appunto il Sentiero dei ponti.Sempre sull’itinerario 163 attraversiamo il maggengo Fopp e, di nuovo nella pecceta, saliamo al punt dèla Pescia, un ponticello in legno. Ci aiuta Dario Benetti, nell’articolo “I pascoli e gli insediamenti d’alta quota” (in “Sondrio e il suo territorio”, edito da IntesaBci nel 2001), nel quale descrive la struttura e l’organizzazione tipica degli alpeggi orobici nell’area del Bitto (dalla Val Lesina, ad ovest, alla valle del Livrio, ad est): “Gli alpeggi di questa zona, anche quelli comunali, erano prevalentemente dati in affitto a comunità di pastori. Il ponte ci porta sul lato sinistro cominciamo a salire prima di raggiungere le baite, passo dobbiamo salire all'erbosa cima di Lemma (m. 2348, massima elevazione Si tratta di una costruzione molto allungata (20-30 metri) a un solo piano, con muratura in pietrame a secco e tetto a due falde con manto di copertura in piode selvatiche (se il fronte verso valle è aperto la costruzione prende il nome di tecia)… I baituu ospitavano fino a 90 capi di bestiame. Siccome si tratta di un percorso classico, si trova indicato su diversi cartelli ed è interamente coperto dai segnavia rosso-bianco-rossi. per quello di sinistra che ci porta, poco oltre una baita isolata (vedi Iniziamo da qui la discesa in diagonale, verso destra (ovest) dell’ampia alpe del Gerlo. Trekking: l'anello della Val Tartano • Media tappa ore 6 dislivello salita m. 1100, discesa 1100 m. • Tipo percorso: ad anello • Pranzo al sacco con propri viveri Rientro: Ore 18.00 partenza da Tartano Ma il panorama più bello è quello verso est, e mostra uno splendido spaccato delle cime della catena orobica centrale. Prima del ponte, però, il sentiero, diventato ampia mulattiera lastricata, Esso era utilizzato nel caso in cui la permanenza dei pastori in una certa parte dell’alpeggio superava i 5-6 giorni. Grande e, seguendo i segnavia che si staccano verso ovest dalla sua sponda Qui la strada diventa sentiero, entra in un bosco e comincia a guadagnare La presenza delle piante testimonia che l'alpeggio era molto utilizzato, in passato; ora vi regna la solitudine. Apri qui una fotomappa della salita alla bocchetta di Cogola. Il problema, casomai, è nella discesa, perché solo qualche ometto aiuta, mentre la fascia di ontani è piuttosto disorientante (un tempo vi erano segnavia rosso-bianco-rossi, ora pressoché scomparsi). Siccome si tratta di un percorso classico, si trova indicato su diversi cartelli ed è interamente coperto dai segnavia rosso-bianco-rossi. In prossimità dell’attacco del facile versante sotto il passo la traccia si fa più evidente e porta, con alcuni tornanti, ai 2316 metri del passo di Dordonella. Sirta è posto proprio all’imbocco della val Fabiòlo. Il Ponte nel cielo è lungo 234 metri e sospeso a oltre 140 metri di altezza che collega i due versanti della Val Tartano in corrispondenza della frazione di Campo: una localizzazione panoramica che offre ai visitatori una vista unica sulla Proseguiamo diritti, verso nord, seguendo il sentierino che taglia il versante che scende ad est della cima Vallocci, segnato da tre valloncelli. lago e sale facilmente fra qualche roccetta. Fra le famiglie che lo abitavano in passato gli archivi hanno conservato i nomi di Laurenzo de Bulanti del Fondrino (1503), Giovanni e Camino del Fondrino, Francesco detto Turco (1556), Turco Battista (1614), Turco Matteo (1556), Carlo Laurenzi (1580), Brisa Giò Antonio (1558) e Giò Pietro Turco (1670). In Val Cuminello (Comunello sulla carta IGM) si trova uno dei più begli alpeggi della Val Lunga, che in passato assumeva un ruolo fondamentale nell'economia della valle. Più comodo e meno faticoso, anche se più lungo, è però il percorso che passa per il passo di Dordonella, posto sulla depressione che chiude ad est la valle. La riproduzione della pagina o di sue parti è consentita previa indicazione della fonte e dell'autore della val Corta; proseguendo su quella che ormai è diventata una strada Poco Si lascia la macchina nel fondo valle in località Sirta di Forcola in prossimità del fiume Adda (270 m/slm). (m. 1140), dalla quale risaliamo all'automobile percorrendo una strada asfaltata. Un’escursione in Val Lunga fino a tre bacini alpini e picnic con salumi Menatti Andiamo alla scoperta dei laghi di Porcile, tre graziosi laghetti alpini che si affacciano sui pianori della Val Lunga, una delle vallate che caratterizza il paesaggio della Val Tartano. È questo il punto più alto della traversata e da qui inizia la lunga e diretta discesa che riporta alla Pila. Culmina a soli 1070 metri in corrispondenza di Campo Tartano e sfocia nell'Adda all'altezza del paese di Sirta. poi raggiungere, seguendo i segnavia su un percorso che comincia a salire Qui ignoriamo il sentiero che scende verso destra, portandosi al fondovalle, e proseguiamo diritti, verso nord, superando il torrente principale della valle. La discesa prosegue sul lato opposto, con rapide serpentine, fino ad uscire dalla selva alla parte alta dei prati a monte della Pila. al passo di Tartano, segnalato da una evidente croce (m. 2108). meridionale (cioè da quella verso il monte), saliamo, inizialmente per In località Rondelli troviamo segnalata dal un cartello una Partiremo da Campo Tartano (m 1034 slm) attraversando il “Ponte sul cielo” che, con i suoi 140 m d’altezza, è il ponte tibetano più alto d’Europa, sospeso sopra la forra terminaTartano. Proseguiamo fino a Tartano e qui prendiamo a sinistra la strada di Val Lunga. Zona solitaria, panoramica sui sottostanti Laghi di Porcile e sulla Val di Tartano in Valtellina. ci indicano il sentiero che scende alla Casera di Lemma alta (m. 1986, sul Purtroppo due anni dopo la data di collocazione della targa la tragica alluvione del 1987 colpì ancora duramente la valle, alle porte di Tartano, mietendo numerose vittime ospitate dall’albergo La Gran Baita. osservare le numerose frazioni che testimoniano la vitalità passata di questa Il sentiero scende verso nord, passa per la baita isolata di quota 1998, attraversa una valletta, tocca la baita isolata di quota 1943, supera una seconda valletta e raggiunge la casera di Boninvento, a quota 1821 metri. Qui dobbiamo stare attenti a non prendere il sentiero di sinistra, che porta In Val Tartano un itinerario di trekking che attraversa 5 ponti ognuno con una storia, funzione e architettura immersi nella natura orobica. Cima di Lemma Laghi del Porcile Val Tartano. passo dobbiamo arrivare, ma vale la pena evitare il percorso diretto, optando (m. 2095), su una traccia di sentiero che parte dal lato occidentale del Da qui il panorama sia verso il fondo della Val Lunga, con il passo di Porcile, il monte Valegino ed il passo di Tartano, che in direzione opposta, verso nord (Val Tartano con il Culmine di campo e, sul fondo, la cima del Desenigo nel gruppo del Masino) è già molto suggestivo. Ci rimettiamo in cammino, sulla pista sterrata che ci porta alle Tegge (m. 1425), dove su una baita troviamo un dipinto che raffigura la Beata Vergine del Carmine con a sinistra San Francesco ed a destra San Luigi. Superato Branzi , a poca distanza da Foppolo , a sn la strada per S.Simone , che termina al parcheggio alto (ultimo breve tratto non asfaltato, il resto pieno di buche). scende a ridosso del torrente che forma alcune marmitte dei giganti seminascoste Dopo una serie di svolte a destra ed a sinistra, il sentiero, acciottolato, porta alle baite del primo nucleo toccato dalla passeggiata, il Costo (m. 1310). Il pascolo non è infatti ricco e, se il bestiame fosse lasciato libero, finirebbe con l’esaurirsi anzitempo. Noi invece torniamo al lago Oltre il vallone, la traccia ci lascia di nuovo, ma, dopo aver piegato a destra e risalito senza difficoltà un dosso erboso (da studiare anch'esso in funzione della discesa), siamo, alfine, al bel baitone, anch'esso preceduto da una fascia di rigogliosi "lavàz". Ci affacciamo così alla parte mediana della Val Cògola ed aggirato un dosso, verso ovest, vediamo davanti a noi la casera di Cogola (m. 1795). La forma di alcuni portali e finestre tradisce un influsso veneziano (in età moderna Bergamo e le sue valli appartenevano alla Serenissima Repubblica di Venezia), ed alcuni documenti nell’archivio parrocchiale parrebbero dimostrare la dipendenza della chiesa dei Santi Giovanni ed Antonio dalla parrocchia di Valleve Bergamasco. Da qui possiamo scendere facilmente verso destra e raggiungere il rifugio Casera di Dordona (m. 1930), aperto d'estate, se vogliamo dividere in due giornate la traversata. presentazione. Qui la lasciamo per proseguire diritti ed i mmetterci sul sentiero che, procedendo in direzione sud-sud-est, porta alla casera ed ai laghetti di Porcile (si tratta del "sentér de la Crus de Purscìl"). (Massimo Dei Cas, www.paesidivaltellina.it), Designed by David KohoutCopyright © 2003 - 2020 Massimo Dei Cas, successiva Ci affacciamo così al gradino di soglia dell’alta valle, dove, proseguendo verso nord-est (leggermente a destra), guadiamo il torrente Dordonella, attraversiamo un bàrek (il recinto di bassi muretti in pietra costruito per contenere il bestiame dopo il pascolo) utilizzando gli zapèl (porte, aperture nel muretto) e ci portiamo alla baita della Cima, che è posta proprio sotto la verticale della cima Vallocci. presentazione. e di Sopra (vedi foto a sinistra), ma anche tutta l'alta val di Lemma, nella Uscito dalla selva di ontani, il sentiero procede quasi in piano verso nord. Penultima domenica di agosto, io e mia moglie pensiamo ad un'uscita tranquilla in Valtellina. foto sopra, a destra), al primo dei tre laghi, il lago Piccolo (m. 2005). Davanti a noi, in alto, la rocciosa e caratteristica cima di Val Lunga, mentre sulla destra, in fondo alla Val Lunga, distinguiamo facilmente la larga sella del passo di Tartano, sorvegliato dalla grande croce. L’anello della Val Fabiolo e il Ponte Tibetano La Val Fabiolo è una perla racchiusa nelle pieghe della bassa Valtellina. Scendiamo prendendo leggermente a sinistra (nord-est), su debole traccia, passando per il rudere di quota 2225 m. e raggiungendo la baita di Vallocci alta (m. 2057). e, superate le casere di lemma Bassa e di Sona Bassa, raggiunge un ponte, Se però siamo buoni camminatori, potremmo anche allungare di alcune ore Che ci sia una vaga allusione all’amenità del luogo che forse poteva indurre a qualche concessione edonistica di troppo? Dosso dei Principi, o dei Turchi (Dos di Prinzep, m. 1432), così veniva chiamato (oggi viene semplicemente identificato con il Dosso). Dopo un primo tratto in un bosco di larici, il sentiero prosegue all’aperto, diritto, sul fianco orientale della valle: i segnavia sono pochi, e sono quelli “storici” rosso-giallo-rossi. Per completare l'anello della Val di Tartano, dobbiamo saldare l'anello Val Lunga-Val Corta all'anello Val di Lemma-Val Budria. segnalano che a destra sale il sentiero per il passo di Tartano, mentre Percorrendo la ss 38, dopo il viadotto sul Tartano la lasciamo per prendere a destra (per chi proviene da Milano) e poco dopo ancora a destra, imboccando la strada che dopo 12 tornanti raggiunge Campo Tartano. Sul lato opposto della galleria recuperiamo l’automobile. Per raggiungere il passo dalla baita della Cima dobbiamo volgere a destra (sud-est), attraversando un ampio recinto delimitato da bassi muretti a secco, per poi proseguire, su traccia, verso il fondo della valle, sempre rimanendo a sinistra del torrente. Lasciamo, dunque il sentiero per la casera di Porcile ed imbocchiamo questo sentierino, che ci porterà in, Dopo qualche tornante, raggiungiamo una zona battuta da slavine, e qui la traccia diventa assai incerta, ed in alcuni tratti quasi indistinguibile; non ci sono, però, problemi, perché, quando gli ontani si aprono un po', vediamo, più o meno sulla nostra verticale, la, Dobbiamo salire alla casera di quota 2071, a nord-est della prima (si tratta di un bel baitone che vediamo in alto a sinistra): anche in questo caso se perdiamo la traccia (cosa non difficile, dal momento che è visibile solo a tratti), possiamo salire a vista, in diagonale, puntando al baitone e cercando di non stare troppo bassi. Un teschio ai piedi di San Francesco ci ammonisce sulla brevità e fragilità della vita umana. CARTE DEL PERCORSO SULLA BASE DI GOOGLE-EARTH, Copyright © 2003 - 2021 Massimo Dei Cas La riproduzione della pagina o di sue parti è consentita previa indicazione della fonte e dell'autore Il sentiero volge a destra e, superata una valletta, sale alle vicine baite del Basìsc’ (m. 1315), il secondo nucleo di mezza costa, dove ci accoglie una fontana coperta ricavata in un tronco cavo. Sul lato di sinistra ci sono alcune case, con una targa commemorativa delle 5 vittime dell’alluvione della notte fra 27 e 28 settembre del 1885. Nel successivo tratto con pendenza assai più dolce superiamo un secondo modesto corso d'acqua. 116. la marcia, completando l'anello integrale della val Tartano. Al centro dell’alpeggio c’è la caséra, la costruzione dove si depositano i formaggi e le ricotte per la salatura e la conservazione temporanea… La necessità di sorvegliare il bestiame durante il pascolo di notte, lontano dalla baita dei pastori, era risolta con una particolare forma di ricovero temporaneo, il bàit. Qui seguiamo il sentiero che prende a destra (nord) e traversa al crinale che separa l’alpe Canale dall’alpe del Gerlo, raggiungendone il filo in corrispondenza di un grande ometto, per poi scendere alla baita di quota 2112 metri. Superata una breve galleria paravalanghe, troviamo su entrambi i lati della pista uno slargo, in località Pila. Lascio a lei la scelta, decide per il giro che dalla località di Arale in Val Tartano ci porterà Qui c’è un’altra chiesa dedicata a S. Antonio Abate con il battistero in disuso così che bisogna asportarlo. Volgiamo ora a destra (sud-est), attraversando un ampio recinto delimitato da bassi muretti a secco, per poi proseguire, su traccia, verso il fondo della valle (nella sua parte centrale), sempre rimanendo a sinistra del torrente. Seguiamo ora il sentiero che per un buon tratto sale ripido verso ovest, fino ad un grande ometto. Guardando a sinistra, infine, vediamo, alte su una ripida fascia di prati, due baite quotate 1699 metri. La scritta in alto attesta che il dipinto fu commissionato da Gusmeroli Luigi e dal fratello Francesco (il che spiega la scelta dei santi). sterrata, raggiungiamo in breve la località Biorca, frazione di Tartano Vi leggiamo: “In questa casa cercarono scampo Amalia e Carolina prima di essere travolte, con la sorella Caterina, la mamma Maria Bulanti e la cognata Luigia Mainetti, dalle acque furenti del Tartano la notte dal 27 al 28 settembre 1885. U n’Escursione di circa 7 km sul Sentiero dei 5 Ponti in Val Tartano, in un ambiente montano dove la natura è ancora la regina indiscussa.

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